Attualità
Previdenza professionale: trattamento e vantaggi fiscali
La previdenza professionale (LPP) costituisce il secondo pilastro del sistema pensionistico svizzero, affiancando il primo pilastro (AVS/AI) e il terzo pilastro (previdenza individuale). Essa si basa sul rapporto di lavoro tra dipendenti e imprese ed è pertanto definita “professionale”. In questo articolo esamineremo il trattamento fiscale dei contributi LPP e i vantaggi fiscali riservati a datori di lavoro e lavoratori.
Fondamenti normativi della previdenza professionale
I datori di lavoro che impiegano per la loro impresa lavoratori dipendenti obbligatoriamente assoggettati alla LPP, sono tenuti per legge ad affiliarsi ad un istituto di previdenza iscritto nel registro della previdenza professionale in Svizzera, e ad assicurare i propri dipendenti.
Il datore di lavoro può affiliarsi a più istituti di previdenza, a seconda della struttura del personale nonché alla struttura che l’azienda desidera dare alla propria previdenza professionale.
Condizioni fiscali degli Istituti di Previdenza
La Legge sulla Previdenza Professionale (LPP) sancisce che gli Istituti di Previdenza di diritto privato o pubblico, a carattere giuridico, sono esenti da:
- imposte dirette federali
- imposte cantonali e comunali
- imposte cantonali e comunali sulle successioni e sulle donazioni
Nella misura in cui le loro entrate e i loro valori patrimoniali servano esclusivamente alla previdenza professionale. (art. 80 LPP)
Trattamento fiscale dei contributi ordinari LPP
L’obbligo di affiliazione del datore di lavoro ad un istituto di previdenza riconosciuto, implica che egli debba provvedere al saldo del 100% dei contributi verso l’istituto, sia per la sua quota, sia per la quota dei suoi lavoratori dipendenti. Egli tratterrà poi dalla busta paga dei lavoratori la quota di ogni singolo lavoratore.
Il trattamento fiscale di questi oneri, secondo quindi l’art 80 LPP e seguenti, permette la deduzione dei contributi alla previdenza. Il datore di lavoro include la sua quota di contributo versato all’Istituto di Previdenza nei costi per il personale; mentre il lavoratore si vedrà dedotti gli oneri in busta paga, e perciò questi non saranno considerati per il computo del suo reddito imponibile poiché sono deducibili fiscalmente.
Da questo si evince come tutti i contributi destinati ad un Istituto di Previdenza sono esenti da imposte.
Contributi volontari (riscatti) alla previdenza professionale
I riscatti volontari sono versamenti di capitale aggiuntivi che il lavoratore, affiliato a un istituto di previdenza, può effettuare sul proprio conto previdenziale per colmare eventuali lacune o semplicemente per migliorare la futura pensione.
Benefici principali
- Deducibilità integrale: l’importo versato può essere dedotto interamente dal reddito imponibile, riducendo di conseguenza il carico fiscale l’anno in cui si effettua il riscatto.
- Colmare eventuali “lacune previdenziali”, che si creano fisiologicamente durante la vita lavorativa.
- Aumento delle prestazioni pensionistiche: accresce il capitale accumulato e, di conseguenza, la rendita futura.
Consiglio: prima di procedere con un riscatto, è necessario verificare limiti, regolamenti dell’istituto di previdenza e possibili vincoli (come tempi di attesa prima di riscattare il capitale).
Riserve dei contributi LPP del datore di lavoro
Ai fini di una migliore flessibilità, o migliore stabilità finanziaria, o a scopi di pianificazione (…), il datore di lavoro può accantonare una riserva di contributi (detta riserva dei contributi del datore di lavoro). In questo modo vengono accantonati preventivamente gli oneri futuri del Secondo Pilastro che dovranno essere devoluti all’Istituto di Previdenza. Questo meccanismo consente per esempio all’impresa di esentarsi dal pagamento dei contributi in anni di contrazione finanziaria, oppure di poter contare su risorse maggiori per investimenti pianificati, non dovendosi preoccupare di finanziare la LPP. In questi due “scenari esempio” le prestazioni di Secondo Pilastro verrebbero finanziate mediante la riserva dedicata, sgravando di fatto i conti dell’impresa in anni determinati.
Anche la riserva dei contributi del datore di lavoro è esente da imposte. Questo aspetto è sicuramente determinante in un discorso pianificatorio (…).
Va prestata estrema attenzione alle disposizioni fiscali dettate dalla Confederazione e dal Cantone di domicilio dell’azienda per questo particolare contributo previdenziale.
Piani di previdenza sovra obbligatori e piani complementari
La legge fissa parametri minimi per la previdenza professionale. È però data facoltà agli Istituti di Previdenza di offrire delle prestazioni superiori ai minimi di legge. Queste prestazioni sono ritrovabili in formulazioni di piani di previdenza chiamati:
- Piani sovra obbligatori: che offrono delle garanzie assicurative e contributive superiori ai parametri minimi fissati dalla legge.
- Piani complementari che si aggiungono al piano di base, o primario, e permettono all’assicurato di garantirsi prestazioni supplementari.
L’esigenza di queste forme integrative è dettata dal bisogno di assicurarsi al meglio e tutelare in modo adeguato la previdenza dei lavoratori. Sta alla sensibilità del datore di lavoro valutare queste scelte.
Vantaggi fiscali per i lavoratori
In ambito fiscale, questi strumenti offrono vantaggi significativi:
- contributi maggiori alla propria previdenza (dedotti dal reddito),
- una maggiore lacuna da poter colmare mediante riscatti volontari, massimizzando le detrazioni fiscali.
Esenzione dell’imposta sulla sostanza degli averi di previdenza
Un dettaglio non certo indifferente, ma sul quale spesso non si riflette, è quello dell’esenzione dell’imposta sulla sostanza degli averi previdenziali. Al pari dei contributi versati, anche gli averi personali dei lavoratori, detenuti dagli Istituti di Previdenza, sono infatti esentati da imposte.
Ciò vale sia per gli averi nel Secondo Pilastro, sia per quelli nel Terzo Pilastro.
Oneri fiscali delle prestazioni di secondo pilastro
Una volta raggiunto il momento di accedere al patrimonio pensionistico è necessario considerare l’imposizione fiscale dei risparmi.
Nel Secondo Pilastro vi sono due forme di riscossione degli averi: rendita e capitale.
Riscossione del capitale LPP in rendita
La riscossione in rendita viene considerata in ambito fiscale esattamente come un reddito da attività lavorativa; sarà quindi soggetta a imposta sul reddito, dopo eventuali deduzioni. Il patrimonio in questo caso resta in capo all’Istituto di Previdenza e non sarà sottoposto a un imposizione sulla sostanza.
Riscossione del capitale LPP in capitale
Riscuotendo il capitale esso subisce una tassazione unica e separata dagli altri redditi con un’aliquota di favore. Una volta incassato il capitale, l’importo confluisce nel patrimonio personale, diventando oggetto di imposizione sulla sostanza negli anni successivi.
Conclusioni
Il sistema previdenziale svizzero, e in particolare il secondo pilastro, offrono evidenti e concreti strumenti che approfittano di leve fiscali estremamente favorevoli. Ogni passo in questo mondo deve essere accompagnato da una vasta conoscenza della materia e dall’analisi di un esperto.
Le autorità fiscali cantonali sorvegliano attentamente la gestione dei riscatti e delle riserve. Operazioni non in linea con la legge o con le prassi cantonali possono essere contestate, con eventuali richieste di imposta supplementare o sanzioni.
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- Accompagnamento passo dopo passo: dalla scelta dell’istituto di previdenza alla definizione di piani sovra obbligatori o complementari, alla gestione dei riscatti volontari fino al supporto per le delicate questioni fiscali legate a queste particolari operazioni.
Articolo redatto da:
Maurizio Reichlin
Perito in Assicurazioni con attestato federale
Referente Assidu Vita individuale per il Ticino
